Fin dai tempi più remoti, l'uomo ha avuto un
rispetto reverenziale per il sangue, che intuiva essere la
fonte di vita.
La storia della trasfusione di sangue ha inizio
nel
1600, quando un medico inglese, William Harvey,
scoprì il sistema della circolazione del sangue. Nel 1667 Jean Baptiste Denis in Francia e
Richard Lower in Inghilterra,
separatamente, eseguiro trasfusioni di sangue di
vitello all'uomo, che in modo fortunoso, ebbero successo. In seguito i
risultati furono ovviamente spesso sfavorevoli e pertanto la pratica fu
proibita, per legge. Nel 1818 James Blundell eseguì con successo la prima
trasfusione di sangue umano ad un paziente per il trattamento di una emorragia
post-partum, usando la tecnica della
trasfusione da braccio a braccio. Dal 1825
al 1830 effettuò 10 trasfusioni, con alterna fortuna, usando la medesima
tecnica. Solo con la scoperta dei gruppi sanguigni ha inizio la nuova era della
trasfusione di sangue. Nel 1900 infatti, Karl
Landsteiner, medico austriaco premio Nobel per la medicina, scoprì i primi tre
gruppi sanguigni nell'uomo: A, B, 0; il
gruppo AB fu scoperto dai suoi colleghi
A. Von Decastello e A. Sturli nel 1902. Grazie a
queste conoscenze nasce il concetto di compatibilità fra donatore e ricevente,
che permetterà
di trasfondere sangue in maggiore sicurezza e con maggiore
probabilità di successo. Nel 1907 L. Hektoen suggerisce l'utilità di aggiungere
un ulteriore test mettendo a contatto il sangue del donatore
con quello del
ricevente, prima della trasfusione: è il primo esempio di prova di
compatibilità. La nascita della conservazione del sangue si deve alla scoperta,
avvenuta tra il 1915 ed il 1916,
delle proprietà anticoagulanti. di una
soluzione di citrato e glucosio che. aggiunta al sangue, ne permette la
conservazione. Con l'utilizzo degli anticoagulanti per la conservazione del
sangue, si
poté trasformare la procedura da diretta ad indiretta, portando cosi
all'allontanamento definitivo dei due attori principali di questo processo, il
donatore ed il ricevente. ''Durante la prima guerra
mondiale, un medico
americano di origine britannica, Oswald H. Robertson, costruì un contenitore
refrigerato con delle casse per munizioni e lo utilizzò per trasortare delle
unità di sangue, in un
ospedale da campo, salvando la vita ad alcuni soldati
canadesi, impegnati sul fronte francese e gravemente feriti. Oswald H. Robertson è tutt'ora riconosciuto come
il padre delle
banche di sangue'' (Fonte Wikipedia). Nel 1930 fu così possibile
istituire la prima Banca del Sangue, presso il London Hospital, secondo il
concetto innovativo per il
quale le unità di sangue donato, restano in
deposito, pronte ad assicurare in ogni momento di necessità, il soddisfacimento
delle varie esigenze trasfusionali. L'identificazione
del fattore Rh insieme alla tipizzazione AB0 saranno eseguite su tutte
le unità di sangue raccolto. Nel 1952 sono state introdotte le
sacche in materiale plastico, in sostituzione dei flaconi in vetro per la
raccolta di sangue, premessa indispensabile per l'evoluzione di un sistema di
raccolta che produca, a seguito di
centrifugazione, più emocomponenti da una
singola unità di sangue. Da qui nasce l'era della medicina trasfusionale, in
cui il paziente viene trasfuso con il solo emocomponente di cui ha bisogno;
l'incessante ricerca negli anni successivi ha concepito e prodotto sofisticate
apparecchiature, i separatori cellulari, che consentono la raccolta diretta,
durante l'atto della donazione, di
emocomponenti ad elevatissimi standard di
sicurezza, sterilità ed efficacia terapeutica. |